martedì 7 maggio 2013

OLIO & ARTE

Già dall'antichità, gli alberi di ulivo venivano rappresentati nelle opere di grandi artisti. Vere sculture viventi, ispiratori di pace e serenità, sono dei radicati monumenti carichi di fascino e di storia.

OLIVETO ( VAN GOGH )


Vincent van Gogh (1853-1890) “Oliveto” – “Olive Grove” (giugno 1889)
Olio su tela.  Kröller-Müller Museum, Otterlo (Olanda)
Il linguaggio pittorico del quadro proposto è quello pienamente maturo di Van Gogh.
 L’opera risale al giugno 1889 quando l’artista risiedeva nel manicomio di Saint Rémy a circa 20 chilometri da Arles in Provenza.
Tutto è convulso  nella rappresentazione, nulla è placido; i  fusti e i rami già naturalmente contorti  degli ulivi sono inseriti tra il terreno  accidentato, tumultuoso come un mare in tempesta  e il cielo spesso, denso, vorticoso.
Giallo, verde e blu dominano il quadro. Le pennellate sono spesse con tratti di colore puro accostati. La resa è ormai molto lontana tanto dal realismo quanto dall’impressionismo.   Nella resa pittorica prevale la pura espressione del sé interiore dell’artista.

LA RACCOLTA DELLE OLIVE ( LUCIA GIUFFRIDA )

Lucia Giuffrida "la raccolta delle olive" (2003)

Dopo la stagione delle avanguardie, dopo le orovocazioni della seconda meta' del Novecento, sembra ormai ineluttabile un ritorno al figurativo, ad una pittura che non lascia spazio a improvvisazioni e facili compromessi stilistici. 

Lucia Giuffrida si inserisce in tale contesto, ripercorre la tradizione alta della pittura paesaggistica, e non solo, del nostro paese, ne esalta la liberta' compositiva ed espressiva, l'immediatezza di un'arte en pein air, ricca di emotive suggestioni ambientali e atmosferiche.




BRODIGHERA ( MONET )



Bordighera, 1884, Art Institute Chicago


"Bordighera" è un dipinto autografo di Monet realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1884, misura 64 x 81 cm. ed è custodito al Art Institute of Chicago.

Tutta l'attività artistica di Monet in questo particolare periodo risulta – si legge, in una lettera ad Alice Hoschedé (datata 24 gennaio 1884) – che a Giverny tiene presso di sé i suoi familiari: "Faccio un mestiere da cani, io, e non risparmio le gambe; salgo, poi ridiscendo e in seguito risalgo; fra uno studio e l'altro, come riposo, esploro ogni sentiero, sempre alla ricerca del nuovo".




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